Introduzione dell’IVA per il Terzo Settore – Rinvio al 2024
Rinviata al 2024 l’entrata in vigore dell’articolo 5 del decreto relativo al collegato fiscale, riguardo all’introduzione dell’IVA anche per il mondo del terzo settore.
La mobilitazione del terzo settore ha ottenuto il primo risultato in attesa di una regolamentazione che si allinei con le novità introdotte dall’istituzione del RUNTS (Registro Unico del terzo Settore).
Particolarmente attiva è stata l’azione condotta da F.I.T.A., coinvolta dall’A.N.A.S. (Ente con il quale collaboriamo) in una protesta che ha sensibilizzato i parlamentari.
La novità, pur essendo l’effetto di una norma comunitaria, risultava sicuramente penalizzante per l’attività del Terzo Settore.
Il testo di conversione in legge del DL n. 146/2021 (cd.Decreto Fiscale) prevedeva infatti il passaggio da un regime di esclusione Iva, ad un regime di esenzione IVA per il Terzo Settore. Al fine di allinearsi al nuovo regime IVA gli ETS avrebbero dovuto – entro il 1°gennaio 2022 – aprire una partita Iva e ricomprendere tra le operazioni effettuate nell’esercizio di impresa, o considerare in ogni caso avente natura commerciale, una serie di attività attualmente escluse. Gli enti che non ne erano già in possesso avrebbero dovuto provvedere all’apertura di una partita Iva. Gli enti che non avrebbero optano per il richiamato regime forfetario avrebbero dovuto provvedere alla fatturazione (elettronica), effettuare la liquidazione periodica IVA e, ovviamente, tenere i registri obbligatori.
Siamo consapevoli che sarà necessario armonizzare tutta la normativa fiscale che regola il settore, ma era inconcepibile che modifiche di questa portata, al di là del merito, venissero introdotte in questo periodo e in tale maniera.
L’azione coordinata con gli altri Enti del terzo settore continua e vi terremo informati dei successivi sviluppi.
FITA collabora con ANAS – Leggi qui l’articolo