La scomparsa di Luigi Lunari, amico del teatro amatoriale
La Federazione Italiana Teatro Amatori si stringe alla famiglia nell’addio a Luigi Lunari, celebre drammaturgo, scrittore e saggista da sempre molto vicino al teatro amatoriale.
«Ci ha lasciati con la leggerezza, l’ironia e l’intelligenza che hanno contraddistinto non solo la sua scrittura, ma tutta la sua esistenza – commenta Carmelo Pace, presidente nazionale Fita -. Il teatro amatoriale porterà con sé il ricordo e gli insegnamenti di un intellettuale che ha avuto la sfrontatezza di “frequentare” il nostro mondo senza infingimenti e iprocrisia, riconoscendone i meriti e i difetti, ma affermandone sempre il ruolo fondamentale. Ci mancherà, ma il suo teatro continuerà ad essere con noi».
Luigi Lunari era nato a Milano nel 1934. Dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 1960 fu assunto dal Piccolo Teatro di Milano, dove collaborò con Paolo Grassi e Giorgio Strehler, fra l’altro traducendo per quest’ultimo testi di Brecht, Shakespeare e Cecov; ma furono proprio diversità di vedute con il celebre regista a portare Lunari a lasciare il Piccolo nel 1982.
Dagli anni Cinquanta ha scritto numerose commedie e drammi. Tra le sue opere più rappresentate in tutto il mondo, con traduzioni in diverse lingue, si possono citare “Tre sull’altalena”, “L’incidente”, “Non so, non ho visto, se c’ero dormivo” (che scrisse per i Gufi), “Il senatore Fox”, “Nel nome del padre” e “Il canto del cigno”, lavori intrisi dell’ironia e dello spirito critico dell’autore, della sua visione dell’umanità, fra altezze e cadute, e scritti con una sapienza teatrale non comune.
Lunari è stato anche narratore (per i teatranti, da non perdere il divertente “Il Maestro e gli altri”, dedicato proprio a Strehler), sceneggiatore per radio e televisione e affermato saggista: sua, in particolare, la curatela delle opere di Molière e di Carlo Goldoni per la Collezione di Teatro della Biblioteca Universale Rizzoli, e le prefazioni a celebri opere per la stessa collana.
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