“Fondamenta – Una Rete di Giovani per il Sociale” è un progetto reso possibile grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Federazione Italiana Teatro Amatori, vincitrice di un apposito bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Partner di “Fondamenta” sono l’Associazione Nazionale di Azione Sociale (Anas) e il Comitato Fita di Pordenone. Fita Umbria, tra i primi comitati regionali ad avviare il progetto, insieme ai Comuni di Stroncone e di Monteleone di Spoleto, patrocinerà i laboratori che si terranno da giovedì 25 a sabato 27 ottobre, per un totale di 18 ore, coinvolgendo giovani appositamente selezionati, nella sala conferenze del Circuito Museale, in Piazza della Libertà, a Stroncone, mentre il modulo laboratoriale si terrà in una struttura di degenza per soggetti svantaggiati a Terni, presso la sede dell’Associazione Aladino. Per informazioni umbria@fitateatro.it . All’interno del workshop verranno illustrate le dimensioni dell’incontro con l’altro in condizioni di fragilità e tramite il contributo della prospettiva pedagogica si cercherà di far cogliere il significato dell’utilizzo dell’arte teatrale per interventi nel sociale che siano arricchenti sia dell’esperienza della persona che dona la propria presenza e il proprio fare, sia della persona che li riceve. I partecipanti saranno coinvolti nel processo di realizzazione dei personaggi che animeranno, con diversi materiali, di riuso e riciclo: si tratta di un momento di condivisione in cui le mani operano in modo laborioso e fantasioso e in cui l’attenzione è spostata sul processo creativo piuttosto che sul prodotto. Infine, in funzione delle nozioni apprese e della pratica costruttiva del giorno precedente, i partecipanti collaboreranno alla creazione di una piccola rappresentazione calibrata sulla condizione degli utenti che incontreranno, nel corso della quale verranno istruiti con rudimenti sull’animazione delle figure che hanno costruito. Docenti del workshop saranno Biagio Graziano, educatore musicale per la prima infanzia ed insegnante di canto moderno, da tanti anni impegnato nel mondo del teatro con i bambini e i ragazzi; Matteo Corbucci, pedagogista, educatore nei servizi per l’infanzia ed operatore teatrale, e Guido Zovico, “tessitore sociale” e formatore di grande esperienza. Domenica 28 ottobre alle 11, inoltre, nella sala conferenze del circuito museale di Stroncone si terrà lo spettacolo di burattini “Il viaggio di Somindro” per bambini e famiglie, a cura di Matteo Corbucci, Francesca Romana Garroni e Biagio Graziano.
Un particolare della locandina dello spettacolo “Il viaggio di Somindro” che chiuderà la tappa in Umbria ddel progetto Fondamenta
“L’osteria del tempo fermo”, presentato dal Liceo “Angelo Messedaglia” di San Bonifacio (Verona), ha vinto la 26ª edizione regionale di Teatro dalla Scuola, la rassegna che la Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita) regionale riservata ai laboratori teatrali delle scuole superiori del Veneto, in collaborazione con l’associazione teatrale “Città di Vicenza”. Tratto da “Amori di confine” di Mario Rigoni Stern, il lavoro è stato adattato e diretto da Alessandro Anderloni, e ha convinto la giuria perché “ricco di atmosfere e ricordi della Grande Guerra, raccontati con grande efficacia dail fantasmi che vagano nell’osteria del tempo fermo”; ottima anche l’interpretazione dei giovani attori “in una scenografia – ha concluso la giuria – che ha reso credibili e avvincenti le vicende narrate”. Molto combattuti anche gli altri riconoscimenti in palio. Il premio per la migliore interpretazione collettiva è andato all’IIS “Umberto Masotto” di Noventa Vicentina per “Con gli occhi degli altri”, lavoro sul terrorismo diretto da Antongiulio Barbujani: “Tematica interessante – si legge nella motivazione – affrontata anche con la necessaria leggerezza. Ottime la gestualità e la coordinazione. Buone le idee del gioco metateatrale iniziale e della scena del lenzuolo come usato da Strehler nella ‘Tempesta’ e da Gassman in ‘Edipo re’, nel celebre allestimento del 1977 al Teatro Olimpico di Vicenza”. Come migliori attori, infine, sono stati premiati Francesco Catalano, del Liceo “Antonio Pigafetta” di Vicenza, per la sua interpretazione “vivace, dosata, coerente e armonica” di Leporello nel “Don Giovanni” di Molière del Liceo “Antonio Pigafetta” di Vicenza e Lara Breggion del Liceo “Celio – Roccati” di Rovigo per il suo Caifa nel “Processo a Gesù” di Diego Fabbri: la sua interpretazione di questo personaggio maschile ha colpito per “l’eleganza, la naturalezza e la misurata autorevolezza”. La premiazione è avvenuta giovedì 18 ottobre al Farinelli di Este, città che grazie alla collaborazione del Comune ha ospitato questa edizione del concorso, svolto in sinergia con il festival “Teatrando”, promosso dal Vicariato di Este con il patrocinio del MIUR-USR. Alla cerimonia, condotta dal presidente di Fita Veneto Mauro Dalla Villa, hanno partecipato tra gli altri il vicepresidente nazionale Fita Aldo Zordan e Manuelita Masia in rappresentanza di “Teatrando”. La serata ha visto anche l’esibizione fuori concorso del laboratorio vincitore nel 2017: quello dell’Itis “A. Rossi” di Vicenza, per l’occasione di scena con “Taboo – Giochi di ruolo e di potere”, liberamente tratto da “Le serve” di Jean Genet. Alla finalissima erano giunti anche il Liceo “Lioy” di Vicenza, il Liceo “Fermi” di Padova, l’Its “Marco Polo” e il Liceo “Veronese” di Verona.
Il presidente Fita Veneto Mauro Dalla Villa premia una rappresentante del Liceo Messedaglia, scuola vincitrice di Teatro dalla Scuola 2018
Un momento della premiazione dell’Iis Masotto, premiato per la migliore interpretazione collettiva
Francesco Catalano, migliore attore di questa edizione
Lara Breggion, migliore attrice di Teatro dalla Scuola 2018
“Fondamenta – Una Rete di Giovani per il Sociale” è un progetto reso possibile grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Federazione Italiana Teatro Amatori, vincitrice di un apposito bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Partner di “Fondamenta” sono l’Associazione Nazionale di Azione Sociale (Anas) e il Comitato Fita di Pordenone. Fita Umbria, tra i primi comitati regionali ad avviare il progetto, insieme ai Comuni di Stroncone e di Monteleone di Spoleto, patrocinerà i laboratori che si terranno da giovedì 25 a sabato 27 ottobre, per un totale di 18 ore, coinvolgendo giovani appositamente selezionati, nella sala conferenze del Circuito Museale, in Piazza della Libertà, a Stroncone, mentre il modulo laboratoriale si terrà in una struttura di degenza per soggetti svantaggiati a Terni, presso la sede dell’Associazione Aladino. All’interno del workshop verranno illustrate le dimensioni dell’incontro con l’altro in condizioni di fragilità e tramite il contributo della prospettiva pedagogica si cercherà di far cogliere il significato di utilizzare l’arte teatrale per interventi nel sociale che siano arricchenti sia dell’esperienza della persona che dona la propria presenza e il proprio fare, sia della persona che li riceve. I partecipanti saranno coinvolti nel processo di realizzazione dei personaggi che animeranno, con diversi materiali, di riuso e riciclo: si tratta di un momento di condivisione in cui le mani operano in modo laborioso e fantasioso e in cui l’attenzione è spostata sul processo creativo piuttosto che sul prodotto. Infine, in funzione delle nozioni apprese e della pratica costruttiva del giorno precedente, i partecipanti collaboreranno alla creazione di una piccola rappresentazione calibrata sulla condizione degli utenti che incontreranno, nel corso della quale verranno istruiti con rudimenti sull’animazione delle figure che hanno costruito. I docenti selezionati sono Biagio Graziano, educatore musicale per la prima infanzia ed insegnante di canto moderno, da tanti anni impegnato nel mondo del teatro con i bambini e i ragazzi, Matteo Corbucci, pedagogista, educatore nei servizi per l’infanzia ed operatore teatrale, e Guido Zovico, “tessitore sociale” e formatore di grande esperienza.
È stato inaugurato sabato 13 ottobre, a San Giorgio Albanese (CS), il primo “Fita Point” in Calabria, su idea del presidente del comitato provinciale Fita Cosenza, Antonio D’amico. Alla cerimonia erano presenti, oltre a D’Amico, il vice sindaco l’avv. Sergio Esposito, Giuseppe Minniti, tesoriere Fita Nazionale, Giulio Ustica, responsabile Ufficio Progetti Fita, e diversi rappresentanti provinciali della Federazione Italiana Teatro Amatori. L’inaugurazione è stata organizzata in concomitanza proprio del primo workshop teatrale della Fita, che 15 ragazzi, provenienti da tutta la Calabria, hanno svolto tra Corigliano-Rossano e, appunto, il comune di San Giorgio. Prima del taglio del nastro, il parroco, don Mario, ha benedetto il nuovo Fita Point, sottolineando la valenza educativa e sociale di un luogo che ha nella condivisione una delle sue peculiarità, e che vede nel gruppo il proprio punto di partenza e di arrivo. “È necessario dialogare con i giovani – ha dichiarato don Mario – e fornire loro tutti gli stimoli necessari per una sana crescita, educandoli al rispetto dell’altro e contribuendo, così, alla loro formazione civica, proprio attraverso la libertà del teatro”. “Il Fita point – ha aggiunto con orgoglio Antonio D’Amico – nasce come punto di incontro tra giovani e per i giovani, pensato come luogo di teatro e di amicizia, laddove l’accoglienza è elemento imprescindibile. La passione per l’arte teatrale dovrà essere trait-d’union verso la costituzione di una realtà di ragazzi, pronti a guardare al futuro con grinta e ottimismo, e con la consapevolezza che una singola speranza solo se condivisa può diventare un sogno realizzato”. Il Fita point, aperto a tutti, ospiterà laboratori teatrali, incontri ludico-ricreativi, riunioni di programmazione eventi, ed avrà come segno di appartenenza il sorriso del teatro e la positività delle nuove generazioni. Un ringraziamento da parte della Fita è giunto al vice sindaco ed assessore alla cultura, avv. Esposito, per la sensibilità culturale e sociale dimostrata nell’accogliere l’iniziativa e per aver instaurato, con entusiasmo, una strategica sinergia con la Federazione, dimostrandosi pronto ad accogliere ogni iniziativa che possa regalare al suo comune e alla regione occasioni edificanti. Ed è stato proprio il vice sindaco ad incrociare la sua mano con quelle dei ragazzi presenti, ed a scoprire la targa, dimostrando la necessaria collaborazione con le istituzioni ed il costante lavoro di squadra. L’avv. Esposito si è poi detto disponibile a portare avanti tutti quei progetti Fita che guardino ai giovani e all’integrazione non come ad una fusione, ma come ad un perfetto incastro di tessere che, se pur diverse fra loro, possono arrivare ad un unico e bel risultato. Dal canto suo – hanno dichiarato Giulio Ustica e Giuseppe Minniti – la Federazione nasce dal mondo del teatro ma guarda alla società, e trova nelle risorse umane, prima che potenzialità artistiche soprattutto le spesso inespresse sensibilità umane.
Si conclude con un’intensa settimana in Olanda l’edizione 2018 di Itaf (International Theatre Academy of Fita), la quinta per il centro di alta formazione della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita). Da domenica 21 ottobre, in collaborazione con Etoile International, gli otto giovani iscritti al percorso formativo, selezionati in tutta Italia, inizieranno a lavorare al fianco di altri sessanta allievi del Creative Collega di Utrecht, dove venerdì 26 ottobre alle 20, al Zimihc Theater Zuilen, metteranno in scena lo spettacolo “180 La legge dei matti”: una riflessione maturata nel 40° anniversario dell’approvazione della “Legge Basaglia”, che cambiò il corso della psichiatria nel nostro Paese.
Proposto con l’utilizzo dell’italiano e dell’inglese, il lavoro nasce da un’idea del direttore artistico di Itaf, Daniele Franci, che con i ragazzi l’ha sviluppata nell’arco di cinque settimane residenziali, a partire dallo scorso febbraio. Dopo un’anteprima a maggio a Reggio Emilia, nella sede del Nuovo Balletto Classico della città, e un primo allestimento in Belgio ad agosto, al festival internazionale “Les Estivades” di Marche-en-Famenne, lo spettacolo si presenta in Olanda nella sua forma completa.
Durante la residenza a Utrecht, gli “itafiani” saranno ospitati da famiglie olandesi: “Un’esperienza nell’esperienza – commenta Daniele Franci – che per noi è parte integrante di ciò che proponiamo ai nostri ragazzi: un percorso che dal primo all’ultimo giorno di Itaf va al di là dell’aspetto squisitamente artistico, pure importante, puntando ad offrire loro anche un’autentica occasione di crescita personale, un’opportunità per conoscere di più se stessi e rapportarsi con gli altri”.
“Non ci stancheremo mai – aggiunge Carmelo Pace, presidente nazionale Fita – di ribadire quanto i giovani siano centrali nel nostro impegno come Federazione. Lo dimostriamo con fatti concreti, proprio come il percorso di alta formazione Itaf, tra i fiori all’occhiello della nostra attività. Ma anche con il grande ‘Progetto Fondamenta’, che ha preso il via proprio in queste settimane e coinvolgerà centinaia di giovani in tutta Italia in una serie di workshop gratuiti regionali dedicati all’applicazione del linguaggio teatrale nel sociale. Il tutto – conclude Pace – mentre siamo al lavoro anche sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro, che ci vede unico ente teatrale in Italia ad aver siglato un protocollo d’intesa in materia con il Miur”.
Un momento dello spettacolo che sarà proposto a Utrecht (FOTO: TAMARA BOSCAINO)
Ci sarà anche Christian Floris tra i protagonisti della tappa piemontese di “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, il progetto della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita) volto a stimolare l’applicazione del linguaggio teatrale nelle attività di promozione sociale. Il giovane e brillante conduttore radiofonico e televisivo, nonché produttore esecutivo della Gran Torino Productions con sede a Londra, si racconterà in occasione del workshop gratuito che, da giovedì 8 a sabato 10 novembre, si svolgerà a Torino, realizzato da Fita Piemonte in collaborazione con la Circoscrizione 1 del Comune e offerto a quindici giovani tra i 18 e i 30 anni, già attivi come operatori sociali o interessati all’argomento (iscrizioni aperte fino alle 13 di sabato 20 ottobre; scheda di adesione su www.fitateatro.it). Quello di Floris, che prima di approdare al mondo dello spettacolo è stato attivo nel sociale, sarà un esempio particolarmente significativo e concreto per i giovani partecipanti al workshop, che nella tre giorni saranno guidati dai docenti Daniele Franci, Maria Grazia De Marco e Matteo Mellano, formatori di grande esperienza in campo teatrale e sociale. Il workshop si svolgerà a Torino, in appositi locali siti in via Dego, 6, e in una struttura di degenza per soggetti svantaggiati. Sono previste 18 ore di formazione, articolate in un modulo informativo/esperienziale, in uno di didattica frontale e in un terzo laboratoriale. I partecipanti selezionati dovranno raggiungere con mezzi propri il luogo di svolgimento del workshop; l’alloggio (solo per i residenti oltre i 30 km) e il vitto saranno a carico dell’organizzazione. Nella giornata di domenica 11 novembre, inoltre, è previsto un evento di divulgazione sul territorio di quanto proposto da “Fondamenta”. Il progetto “Fondamenta” è realizzato da Fita con l’Associazione Nazionale di Azione Sociale (Anas) e il Comitato Fita di Pordenone come partner, ed è stato reso possibile dal finanziamento ottenuto dalla Federazione vincendo un apposito bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto sarà al centro, tra l’altro, di un’intervista di Christian Floris al presidente nazionale Fita Carmelo Pace, in onda sabato 10 novembre in diretta su Radio GRP.
Christian Floris, conduttore radiofonico e televisivo che sarà tra gli ospiti del workshop a Torino
Con un incontro pubblico, svoltosi domenica 14 ottobre presso il palazzo di San Bernardino a Corigliano-Rossano, si è concluso il primo workshop di “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, il progetto realizzato da Fita (Federazione Italiana Teatro Amatori) e rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni già attivi come operatori nel sociale o interessati all’uso del linguaggio teatrale in questo ambito.
Un momento di condivisione del lavoro svolto, durante il quale i ragazzi hanno ripercorso i tre giorni di formazione di cui sono stati protagonisti ed hanno trasmesso ai presenti gli stimoli ricevuti dai loro formatori Imma Guarasci, Virginia Marasco e Francesco Pileggi. Dalle loro parole è emerso come l’appuntamento calabrese sia stato caratterizzato da “contaminazione” culturale, linguistica e umana, in un perfetto intessersi di diversità. Particolarmente arricchente, al riguardo, si è rivelata la sperimentazione svolta all’interno dello SPRAR di San Giorgio Albanese, dove la contaminazione culturale si è trasformata in pura emozione: una testimonianza concreta, per i giovani, di come il teatro non sia semplice finzione ma, prima di tutto, espressione di vita.
All’incontro ha partecipato tra gli altri il vicesindaco di San Giorgio Albanese, Sergio Esposito, che ha seguito i ragazzi durante tutta la loro permanenza, non limitandosi ad aprire le porte dello SPRAR, ma cercando di testimoniare la straordinarietà di vivere quotidianamente la diversità. Il vicesindaco ha inoltre comunicato la piena disponibilità della sua amministrazione a collaborare con Fita per un altro importante progetto dedicato al servizio civile e anch’esso legato al tema della socialità.
Soddisfazione è arrivata anche dal Sub-Commissario Prefettizio di Corigliano Rossano, Donato Michele Lizzano, che ha espresso il suo apprezzamento per il progetto Fondamenta, importante perché volto alla fusione come strumento di crescita culturale ed umana, dichiarandosi anch’egli disponibile ad una sinergia con la Federazione.
Viva soddisfazione per l’esperienza calabrese è stata espressa da Antonio D’Amico, presidente del comitato Fita di Cosenza, e da Consolato Latella, presidente regionale Fita Calabria, che ha sottolineato l’orgoglio per l’ottimo avvio dato proprio dalla Calabria al progetto, che toccherà tutte le regioni italiane, a dimostrazione del fatto che il lavoro di squadra è il segreto di ogni successo, nonostante le incognite che vi sono sempre prima di un importante viaggio.
All’incontro ha partecipato anche il responsabile dell’Ufficio Progetti Fita, Giulio Ustica, che ha ricordato gli obiettivi di “Fondamenta”. Dalla Calabria, quindi, un positivo taglio del nastro per questa grande operazione, che vede Fita impegnata a creare una viva rete di esperienze, contatti e collaborazioni fra realtà che operano in questo settore.
Dopo il successo della prima rassegna, il Comitato Regionale Fita Abruzzo (Federazione Italiana Teatro Amatori), presieduto da Antonio Potere, organizza la seconda edizione della rassegna dialettale “Trofeo Fita Abruzzo” che si terrà al Teatro Auditorium Madonna Del Rosario, in via Cavour a Pescara, da domenica 21 ottobre al 26 maggio con tredici spettacoli, dodici dei quali in concorso. Le compagnie teatrali saranno giudicate da due giurie: popolare e tecnica. La giuria popolare popolare, composta dagli abbonati, assegnerà il premio alla compagnia più gradita dal pubblico e il quello al migliore allestimento scenografico. La giuria tecnica sarà composta da sette membri: dal vicepresidente di Fita Abruzzo Boris Giorgetti (presidente), dal segretario/tesoriere di Fita Ambra Porreca; dall’organizzatore di rassegne teatrali amatoriali Gabriele Piccioni, dal poeta, autore e attore teatrale Gabriele Di Camillo, dall’attore Antonio Gentile, dall’organizzatrice di eventi Argia Tontodonati e dalla regista teatrale Laura De Vincentiis. A loro il compito di assegnare i premi alla migliore compagnia, cui andrà il Trofeo Fita Abruzzo, e ai migliori fra registi, attori e attrici protagonisti, attori e attrici caratteristi, attori e attrici non protagonisti, attori e attrici giovani. Le serate della rassegna saranno presentate dalla stessa Ambra Porreca.
Domenica 20 ottobre alle 17.30, inizio di rassegna con la compagnia “Drago D’Oro” di Atessa con la commedia “Tutta colpa tua”. Il cartellone proseguirà, sempre la domenica con inizio alle 17.30, con questi appuntamenti: 25 novembre “Le Muse” di Castelnuovo Vomano in “Scine, none… ‘nni sacce!”, 16 dicembre “Lu Passatempe” di Penne in “48, lu morte chi parle”, 27 gennaio “Atriana” di Atri in “La piazze annasconne ma nen perde…”, 17 febbraio “Amici della ribalta” di Lanciano in “Non ti conosco più”, 3 marzo “I Sestini” di Teramo in “N’upirazione a la banche e une a l’uspidale”, 17 marzo “Il Carrozzone” di Morro d’oro” in “Ci s’ammalate lu morte”, 31 marzo “Il Gruppo dell’Aquila” in “Eufrasia la pru-pru zia d’America”, 7 aprile “La lanterna di Diogene” di Martinsicuro in “Agenzia Scampamorte”, 28 aprile “Li sciarpalite di Teatro e…” di Silvi in “La vite è tutte n’esame”, 5 maggio”Da grande voglio crescere” di Chieti in “Le baruffe”, e il 19 maggio “I giovani amici del teatro” di Pescara in “Chi m’abbattezze mi è cumbare”. Domenica 26 maggio, infine, sempre alle 17.30, cerimonia di premiazione e, fuori concorso, “I Marrucini” di Chieti in “Lu ‘mbise”.
Ingresso unico a 10 euro. Abbonamento (13 spettacoli) a 90 euro. Acquisti anche online su www.ciaotickets.com e nei punti vendita autorizzati di Ciaotickets oppure al botteghino del Teatro. Informazioni ai numeri 329 6187565 – 3392314718 – 3397170797, oppure nelle pagine Facebook “Fita Abruzzo” e “Teatro Eventi Madonna del Rosario”.
Il manifesto del 2° Trofeo Fita Abruzzo, di scena a Pescara
Conto alla rovescia per l’inizio di “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, il progetto realizzato da F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori) in collaborazione con istituzioni e associazioni nazionali e del territorio. Da giovedì 11 a domenica 14 ottobre, il progetto F.I.T.A. partirà ufficialmente dalla Calabria, con il primo dei numerosi workshop di carattere nazionale, in programma in diciannove regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Il workshop calabrese si svolgerà tra Rossano Calabro e San Giorgio Albanese all’interno dello SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Un’opportunità di crescita artistica ed umana offerta ai 15 giovani scelti per prendere parte all’iniziativa e dare il via ad un vincente connubio di socialità e teatralità, attraverso il quale saranno numerose le sollecitazioni culturali da apprendere e, poi, applicare e diffondere. Una tre-giorni di lezioni teoriche e sperimentazioni pratiche, affidate ad un team di esperti docenti-formatori attivi nel settore teatrale calabrese: Imma Guarasci da Cosenza; Francesco Pileggi da Lamezia Terme; Virginia Marasco da Rossano. La Federazione del Teatro Amatoriale vuole educare i più giovani all’universalità dell’arte teatrale, che guarda alla diversità, nel caso specifico di “Fondamenta”, come occasione per stringere legami, tessere reti umane, che trovano ricchezza nella differenza di colore, cultura, lingua, ma uguaglianza di emozioni, siano esse sorrisi o lacrime. Domenica 14, con una manifestazione nella suggestiva cornice del Teatro Paolella di Rossano Calabro, i protagonisti del primo workshop “Fondamenta” condivideranno con il pubblico, cittadini, appassionati e curiosi, la rete intessuta fra giovani per il sociale, dimostrando concretamente come poter stabilire empatia umana e linguistica emozionale, attraverso la metodologia teatrale. Soddisfazione arriva dai presidenti di tutti i comitati provinciali di F.I.T.A. Calabria che, investiti di questo ruolo inaugurale del Progetto nazionale “Fondamenta”, auspicano una lunga scia positiva tracciata a partire dalla propria terra, una regione che oggi, nonostante le numerose criticità del quotidiano, dimostra di essere terra di arte e accoglienza e dove il cuore pulsante vince su ogni forma di separazione, sia essa geografica, politica o culturale.
Quali storie vogliamo raccontare e perché? Una volta stabilito questo, scegliamo come farlo al meglio, affinché quella storia e il motivo per cui ci ha colpito arrivino al pubblico.
È questo, in estrema sintesi, lo stimolo più diretto che il congresso di Fita Veneto – il Comitato regionale della Federazione Italiana Teatro Amatori – ha lanciato domenica 7 ottobre al folto pubblico presente ad Este, in provincia di Padova, al Teatro dei Filodrammatici. Sul palco, insieme al presidente regionale della Federazione, Mauro Dalla Villa, tre voci della scena teatrale: l’autore, attore e regista Pino Costalunga; il suo collega, nonché docente di Storia del Teatro all’Università di Genova, Roberto Cuppone; e il giornalista e critico teatrale Lorenzo Parolin. Ciascuno di loro ha messo a disposizione la propria esperienza e il proprio punto di vista su una materia intorno alla quale, con questo congresso dal titolo “Il teatro amatoriale, fra impegno e leggerezza”, la Federazione veneta ha voluto invitare le compagnie iscritte a sviluppare un’autonoma riflessione, indipendentemente dal genere nel quale operano, ma nell’intento di proporre un teatro sempre più di qualità.
All’inizio teatrante per caso, come ha ricordato riavvolgendo il nastro del proprio percorso artistico, Costalunga si è appassionato a questo mondo. Folgorato dalla forza di Ruzzante e del dialetto, l’attore e autore ha via via compreso come ciò che conta nel fare teatro sia raccontare storie: “Trova una bella storia e raccontala al pubblico, impegnandoti, con lo studio e l’approfondimento, a trasmettere al meglio ciò che di essa ti ha colpito”, ha dichiarato Costalunga, convinto che tutto il teatro debba essere “leggero”, nel senso di piacevole e coinvolgente per chi ne fruisce, qualunque ne sia il registro, brillante o meno. Quanto al teatro comico, il relatore si è soffermato sull’importanza di non cadere nel tranello della comicità banale e fine a se stessa: “Non basatevi sulle sole battute – ha sottolineato -, sui soli momenti comici, sull’effetto immediato di un gesto che risulta divertente e strappa la risata, perché la ‘leggerezza’ non va cercata in questo: meglio sacrificare qualche risata per lasciare spazio al racconto e alla sua poeticità”.
Attento osservatore del teatro contemporaneo, Roberto Cuppone ha invece analizzato più nel dettaglio il ruolo sociale del teatro: “Quando parliamo di impegno – ha esordito – usiamo un termine superato. Non c’è un teatro impegnato e uno che non lo sia, ma un teatro fatto bene o fatto male. Ciò che conta è il senso che diamo al nostro fare teatro, l’avereun perché per il nostro stare davanti al pubblico: farlo semplicemente per mettere in scena un testo è una scelta deresponsabilizzante; il senso, invece, può stare nel voler crescere insieme agli spettatori, che dovranno uscire da teatro diversi da come sono entrati”. Dopo un’analisi dei vari filoni del “teatro sociale”, Cuppone si è quindi riallacciato a quanto affermato da Costalunga: “Guardatevi attorno – ha dichiarato – e non pensate a quale testo volete mettere in scena ma, prima di tutto, a quale storia volete raccontare. Il teatro che, aristotelicamente, ‘fa guarire’ è quello che produce un cambiamento fisico, non solo morale: un teatro che cambia i corpi delle persone, nel senso che le rende diverse nel profondo, che ne cambia l’esistenza”.
Nel suo ruolo di “spettatore professionista”, anche il critico teatrale Lorenzo Parolin ha lanciato molti, interessanti spunti di riflessione alla platea: “Il teatro – ha commentato – deve agire ad un livello emotivo e ad un livello tecnico e, non ultimo, deve dirci qualcosa di nuovo: e non basta il primo livello, per quanto più immediato, perché gli altri due sono imprescindibili”. Indovinato l’esempio con il quale il giornalista ha dimostrato come tale regola valga indipendentemente dal registro nel quale operiamo: “Prendiamo i ‘Promessi sposi’: tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, nel giro di poche settimane, in televisione abbiamo visto lo sceneggiato classico diretto da Salvatore Nocita e la parodia comica firmata dal Trio Lopez Marchesini Solenghi. Ancora oggi è quest’ultima quella che ricordiamo di più, perché si tratta di un lavoro ben fatto nel suo registro comico”.
Vivace il dibattito seguito alle relazioni: fra gli argomenti al centro del confronto, l’importanza, per le compagnie, di aumentare la propria capacità autocritica, l’ancora scarsa capacità di osare, muovendosi attraverso linguaggi e proposte meno consuete, e – tema particolarmente complesso e delicato – il ruolo che le realtà amatoriali possono avere nel campo della teatroterapia.
In apertura di congresso, il presidente Dalla Villa ha presentato la nuova edizione di “Fitainscena”, l’annuario delle compagnie iscritte alla Federazione a livello regionale: 238 per l’anno in corso, con oltre 4mila soci, che nel solo Veneto propongono qualcosa come 5mila spettacoli all’anno, coinvolgendo oltre 1 milione e 600mila spettatori. “Una presenza importante – gli ha fatto eco Aldo Zordan, vicepresidente nazionale della Federazione – che è bene venga sottolineata quanto più possibile a livello territoriale, perché le istituzioni si rendano conto appieno del peso e della forza della nostra realtà”. Un’attenzione che il sindaco di Este, Roberta Gallana, ha assicurato al teatro e all’universo amatoriale che vi opera, “che riveste – ha sottolineato – un fondamentale ruolo culturale e di crescita, sia individuale che di comunità”.
Svoltosi a pochi giorni dall’inizio della nuova edizione di “Teatro dalla Scuola”, storico concorso Fita Veneto riservato ai laboratori teatrali delle scuole superiori del Veneto (realizzato in collaborazione con l’associazione “Città di Vicenza” e, quest’anno, in sinergia con l’analoga rassegna “Teatrando”), il congresso ha visto anche una parentesi tecnica, su alcune novità amministrative e tributarie, affidata a Roberto De Giuli, presidente dei Revisori dei conti Fita.
Il congresso, infine, ha visto la proclamazione della compagnia vincitrice del Gran Premio Regionale Veneto, riconoscimento collegato al Gran Premio del Teatro Amatoriale: scelto fra trentatré candidate provinciali e sei finaliste a livello regionale, a rappresentare il Veneto alla kermesse nazionale sarà il Teatro del Corvo di Padova, che ha convinto la giuria (composta da giornalisti del settore) con un applaudito allestimento di “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, con Alessandro Rossetto, Gianfranco Ara, Federico Barlani e Francesco Maria Ara. Lo spettacolo se la vedrà la prossima estate con i migliori spettacoli della stagione vincitori per le regioni Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Il presidente di Fita Veneto Mauro Dalla Villa
I vincitori del Gran Premio regionale veneto, gli attori del Teatro del Corvo di Padova
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