Con un incontro pubblico, svoltosi domenica 14 ottobre presso il palazzo di San Bernardino a Corigliano-Rossano, si è concluso il primo workshop di “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, il progetto realizzato da Fita (Federazione Italiana Teatro Amatori) e rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni già attivi come operatori nel sociale o interessati all’uso del linguaggio teatrale in questo ambito.
Un momento di condivisione del lavoro svolto, durante il quale i ragazzi hanno ripercorso i tre giorni di formazione di cui sono stati protagonisti ed hanno trasmesso ai presenti gli stimoli ricevuti dai loro formatori Imma Guarasci, Virginia Marasco e Francesco Pileggi. Dalle loro parole è emerso come l’appuntamento calabrese sia stato caratterizzato da “contaminazione” culturale, linguistica e umana, in un perfetto intessersi di diversità. Particolarmente arricchente, al riguardo, si è rivelata la sperimentazione svolta all’interno dello SPRAR di San Giorgio Albanese, dove la contaminazione culturale si è trasformata in pura emozione: una testimonianza concreta, per i giovani, di come il teatro non sia semplice finzione ma, prima di tutto, espressione di vita.
All’incontro ha partecipato tra gli altri il vicesindaco di San Giorgio Albanese, Sergio Esposito, che ha seguito i ragazzi durante tutta la loro permanenza, non limitandosi ad aprire le porte dello SPRAR, ma cercando di testimoniare la straordinarietà di vivere quotidianamente la diversità. Il vicesindaco ha inoltre comunicato la piena disponibilità della sua amministrazione a collaborare con Fita per un altro importante progetto dedicato al servizio civile e anch’esso legato al tema della socialità.
Soddisfazione è arrivata anche dal Sub-Commissario Prefettizio di Corigliano Rossano, Donato Michele Lizzano, che ha espresso il suo apprezzamento per il progetto Fondamenta, importante perché volto alla fusione come strumento di crescita culturale ed umana, dichiarandosi anch’egli disponibile ad una sinergia con la Federazione.
Viva soddisfazione per l’esperienza calabrese è stata espressa da Antonio D’Amico, presidente del comitato Fita di Cosenza, e da Consolato Latella, presidente regionale Fita Calabria, che ha sottolineato l’orgoglio per l’ottimo avvio dato proprio dalla Calabria al progetto, che toccherà tutte le regioni italiane, a dimostrazione del fatto che il lavoro di squadra è il segreto di ogni successo, nonostante le incognite che vi sono sempre prima di un importante viaggio.
All’incontro ha partecipato anche il responsabile dell’Ufficio Progetti Fita, Giulio Ustica, che ha ricordato gli obiettivi di “Fondamenta”. Dalla Calabria, quindi, un positivo taglio del nastro per questa grande operazione, che vede Fita impegnata a creare una viva rete di esperienze, contatti e collaborazioni fra realtà che operano in questo settore.
Dopo il successo della prima rassegna, il Comitato Regionale Fita Abruzzo (Federazione Italiana Teatro Amatori), presieduto da Antonio Potere, organizza la seconda edizione della rassegna dialettale “Trofeo Fita Abruzzo” che si terrà al Teatro Auditorium Madonna Del Rosario, in via Cavour a Pescara, da domenica 21 ottobre al 26 maggio con tredici spettacoli, dodici dei quali in concorso. Le compagnie teatrali saranno giudicate da due giurie: popolare e tecnica. La giuria popolare popolare, composta dagli abbonati, assegnerà il premio alla compagnia più gradita dal pubblico e il quello al migliore allestimento scenografico. La giuria tecnica sarà composta da sette membri: dal vicepresidente di Fita Abruzzo Boris Giorgetti (presidente), dal segretario/tesoriere di Fita Ambra Porreca; dall’organizzatore di rassegne teatrali amatoriali Gabriele Piccioni, dal poeta, autore e attore teatrale Gabriele Di Camillo, dall’attore Antonio Gentile, dall’organizzatrice di eventi Argia Tontodonati e dalla regista teatrale Laura De Vincentiis. A loro il compito di assegnare i premi alla migliore compagnia, cui andrà il Trofeo Fita Abruzzo, e ai migliori fra registi, attori e attrici protagonisti, attori e attrici caratteristi, attori e attrici non protagonisti, attori e attrici giovani. Le serate della rassegna saranno presentate dalla stessa Ambra Porreca.
Domenica 20 ottobre alle 17.30, inizio di rassegna con la compagnia “Drago D’Oro” di Atessa con la commedia “Tutta colpa tua”. Il cartellone proseguirà, sempre la domenica con inizio alle 17.30, con questi appuntamenti: 25 novembre “Le Muse” di Castelnuovo Vomano in “Scine, none… ‘nni sacce!”, 16 dicembre “Lu Passatempe” di Penne in “48, lu morte chi parle”, 27 gennaio “Atriana” di Atri in “La piazze annasconne ma nen perde…”, 17 febbraio “Amici della ribalta” di Lanciano in “Non ti conosco più”, 3 marzo “I Sestini” di Teramo in “N’upirazione a la banche e une a l’uspidale”, 17 marzo “Il Carrozzone” di Morro d’oro” in “Ci s’ammalate lu morte”, 31 marzo “Il Gruppo dell’Aquila” in “Eufrasia la pru-pru zia d’America”, 7 aprile “La lanterna di Diogene” di Martinsicuro in “Agenzia Scampamorte”, 28 aprile “Li sciarpalite di Teatro e…” di Silvi in “La vite è tutte n’esame”, 5 maggio”Da grande voglio crescere” di Chieti in “Le baruffe”, e il 19 maggio “I giovani amici del teatro” di Pescara in “Chi m’abbattezze mi è cumbare”. Domenica 26 maggio, infine, sempre alle 17.30, cerimonia di premiazione e, fuori concorso, “I Marrucini” di Chieti in “Lu ‘mbise”.
Ingresso unico a 10 euro. Abbonamento (13 spettacoli) a 90 euro. Acquisti anche online su www.ciaotickets.com e nei punti vendita autorizzati di Ciaotickets oppure al botteghino del Teatro. Informazioni ai numeri 329 6187565 – 3392314718 – 3397170797, oppure nelle pagine Facebook “Fita Abruzzo” e “Teatro Eventi Madonna del Rosario”.
Il manifesto del 2° Trofeo Fita Abruzzo, di scena a Pescara
Conto alla rovescia per l’inizio di “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, il progetto realizzato da F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori) in collaborazione con istituzioni e associazioni nazionali e del territorio. Da giovedì 11 a domenica 14 ottobre, il progetto F.I.T.A. partirà ufficialmente dalla Calabria, con il primo dei numerosi workshop di carattere nazionale, in programma in diciannove regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Il workshop calabrese si svolgerà tra Rossano Calabro e San Giorgio Albanese all’interno dello SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Un’opportunità di crescita artistica ed umana offerta ai 15 giovani scelti per prendere parte all’iniziativa e dare il via ad un vincente connubio di socialità e teatralità, attraverso il quale saranno numerose le sollecitazioni culturali da apprendere e, poi, applicare e diffondere. Una tre-giorni di lezioni teoriche e sperimentazioni pratiche, affidate ad un team di esperti docenti-formatori attivi nel settore teatrale calabrese: Imma Guarasci da Cosenza; Francesco Pileggi da Lamezia Terme; Virginia Marasco da Rossano. La Federazione del Teatro Amatoriale vuole educare i più giovani all’universalità dell’arte teatrale, che guarda alla diversità, nel caso specifico di “Fondamenta”, come occasione per stringere legami, tessere reti umane, che trovano ricchezza nella differenza di colore, cultura, lingua, ma uguaglianza di emozioni, siano esse sorrisi o lacrime. Domenica 14, con una manifestazione nella suggestiva cornice del Teatro Paolella di Rossano Calabro, i protagonisti del primo workshop “Fondamenta” condivideranno con il pubblico, cittadini, appassionati e curiosi, la rete intessuta fra giovani per il sociale, dimostrando concretamente come poter stabilire empatia umana e linguistica emozionale, attraverso la metodologia teatrale. Soddisfazione arriva dai presidenti di tutti i comitati provinciali di F.I.T.A. Calabria che, investiti di questo ruolo inaugurale del Progetto nazionale “Fondamenta”, auspicano una lunga scia positiva tracciata a partire dalla propria terra, una regione che oggi, nonostante le numerose criticità del quotidiano, dimostra di essere terra di arte e accoglienza e dove il cuore pulsante vince su ogni forma di separazione, sia essa geografica, politica o culturale.
Quali storie vogliamo raccontare e perché? Una volta stabilito questo, scegliamo come farlo al meglio, affinché quella storia e il motivo per cui ci ha colpito arrivino al pubblico.
È questo, in estrema sintesi, lo stimolo più diretto che il congresso di Fita Veneto – il Comitato regionale della Federazione Italiana Teatro Amatori – ha lanciato domenica 7 ottobre al folto pubblico presente ad Este, in provincia di Padova, al Teatro dei Filodrammatici. Sul palco, insieme al presidente regionale della Federazione, Mauro Dalla Villa, tre voci della scena teatrale: l’autore, attore e regista Pino Costalunga; il suo collega, nonché docente di Storia del Teatro all’Università di Genova, Roberto Cuppone; e il giornalista e critico teatrale Lorenzo Parolin. Ciascuno di loro ha messo a disposizione la propria esperienza e il proprio punto di vista su una materia intorno alla quale, con questo congresso dal titolo “Il teatro amatoriale, fra impegno e leggerezza”, la Federazione veneta ha voluto invitare le compagnie iscritte a sviluppare un’autonoma riflessione, indipendentemente dal genere nel quale operano, ma nell’intento di proporre un teatro sempre più di qualità.
All’inizio teatrante per caso, come ha ricordato riavvolgendo il nastro del proprio percorso artistico, Costalunga si è appassionato a questo mondo. Folgorato dalla forza di Ruzzante e del dialetto, l’attore e autore ha via via compreso come ciò che conta nel fare teatro sia raccontare storie: “Trova una bella storia e raccontala al pubblico, impegnandoti, con lo studio e l’approfondimento, a trasmettere al meglio ciò che di essa ti ha colpito”, ha dichiarato Costalunga, convinto che tutto il teatro debba essere “leggero”, nel senso di piacevole e coinvolgente per chi ne fruisce, qualunque ne sia il registro, brillante o meno. Quanto al teatro comico, il relatore si è soffermato sull’importanza di non cadere nel tranello della comicità banale e fine a se stessa: “Non basatevi sulle sole battute – ha sottolineato -, sui soli momenti comici, sull’effetto immediato di un gesto che risulta divertente e strappa la risata, perché la ‘leggerezza’ non va cercata in questo: meglio sacrificare qualche risata per lasciare spazio al racconto e alla sua poeticità”.
Attento osservatore del teatro contemporaneo, Roberto Cuppone ha invece analizzato più nel dettaglio il ruolo sociale del teatro: “Quando parliamo di impegno – ha esordito – usiamo un termine superato. Non c’è un teatro impegnato e uno che non lo sia, ma un teatro fatto bene o fatto male. Ciò che conta è il senso che diamo al nostro fare teatro, l’avereun perché per il nostro stare davanti al pubblico: farlo semplicemente per mettere in scena un testo è una scelta deresponsabilizzante; il senso, invece, può stare nel voler crescere insieme agli spettatori, che dovranno uscire da teatro diversi da come sono entrati”. Dopo un’analisi dei vari filoni del “teatro sociale”, Cuppone si è quindi riallacciato a quanto affermato da Costalunga: “Guardatevi attorno – ha dichiarato – e non pensate a quale testo volete mettere in scena ma, prima di tutto, a quale storia volete raccontare. Il teatro che, aristotelicamente, ‘fa guarire’ è quello che produce un cambiamento fisico, non solo morale: un teatro che cambia i corpi delle persone, nel senso che le rende diverse nel profondo, che ne cambia l’esistenza”.
Nel suo ruolo di “spettatore professionista”, anche il critico teatrale Lorenzo Parolin ha lanciato molti, interessanti spunti di riflessione alla platea: “Il teatro – ha commentato – deve agire ad un livello emotivo e ad un livello tecnico e, non ultimo, deve dirci qualcosa di nuovo: e non basta il primo livello, per quanto più immediato, perché gli altri due sono imprescindibili”. Indovinato l’esempio con il quale il giornalista ha dimostrato come tale regola valga indipendentemente dal registro nel quale operiamo: “Prendiamo i ‘Promessi sposi’: tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, nel giro di poche settimane, in televisione abbiamo visto lo sceneggiato classico diretto da Salvatore Nocita e la parodia comica firmata dal Trio Lopez Marchesini Solenghi. Ancora oggi è quest’ultima quella che ricordiamo di più, perché si tratta di un lavoro ben fatto nel suo registro comico”.
Vivace il dibattito seguito alle relazioni: fra gli argomenti al centro del confronto, l’importanza, per le compagnie, di aumentare la propria capacità autocritica, l’ancora scarsa capacità di osare, muovendosi attraverso linguaggi e proposte meno consuete, e – tema particolarmente complesso e delicato – il ruolo che le realtà amatoriali possono avere nel campo della teatroterapia.
In apertura di congresso, il presidente Dalla Villa ha presentato la nuova edizione di “Fitainscena”, l’annuario delle compagnie iscritte alla Federazione a livello regionale: 238 per l’anno in corso, con oltre 4mila soci, che nel solo Veneto propongono qualcosa come 5mila spettacoli all’anno, coinvolgendo oltre 1 milione e 600mila spettatori. “Una presenza importante – gli ha fatto eco Aldo Zordan, vicepresidente nazionale della Federazione – che è bene venga sottolineata quanto più possibile a livello territoriale, perché le istituzioni si rendano conto appieno del peso e della forza della nostra realtà”. Un’attenzione che il sindaco di Este, Roberta Gallana, ha assicurato al teatro e all’universo amatoriale che vi opera, “che riveste – ha sottolineato – un fondamentale ruolo culturale e di crescita, sia individuale che di comunità”.
Svoltosi a pochi giorni dall’inizio della nuova edizione di “Teatro dalla Scuola”, storico concorso Fita Veneto riservato ai laboratori teatrali delle scuole superiori del Veneto (realizzato in collaborazione con l’associazione “Città di Vicenza” e, quest’anno, in sinergia con l’analoga rassegna “Teatrando”), il congresso ha visto anche una parentesi tecnica, su alcune novità amministrative e tributarie, affidata a Roberto De Giuli, presidente dei Revisori dei conti Fita.
Il congresso, infine, ha visto la proclamazione della compagnia vincitrice del Gran Premio Regionale Veneto, riconoscimento collegato al Gran Premio del Teatro Amatoriale: scelto fra trentatré candidate provinciali e sei finaliste a livello regionale, a rappresentare il Veneto alla kermesse nazionale sarà il Teatro del Corvo di Padova, che ha convinto la giuria (composta da giornalisti del settore) con un applaudito allestimento di “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, con Alessandro Rossetto, Gianfranco Ara, Federico Barlani e Francesco Maria Ara. Lo spettacolo se la vedrà la prossima estate con i migliori spettacoli della stagione vincitori per le regioni Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Il presidente di Fita Veneto Mauro Dalla Villa
I vincitori del Gran Premio regionale veneto, gli attori del Teatro del Corvo di Padova
Tutto pronto per la nuova edizione di “Teatro dalla Scuola”, storica rassegna (58ª in assoluto, 26ª a carattere regionale) riservata ai laboratori teatrali delle scuole superiori del Veneto per iniziativa della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita) regionale, in collaborazione con l’associazione teatrale “Città di Vicenza”. L’appuntamento è fissato da martedì 9 a giovedì 18 ottobre al Teatro Farinelli di Este e si svolgerà con il patrocinio e la collaborazione del Comune e di “Teatrando: giovani e scuola in scena”, festival promosso dal Vicariato di Este con il patrocinio del MIUR-USR. A contendersi la vittoria di “Teatro dalla Scuola” saranno l’Its “Marco Polo”, il Liceo “Messedaglia” e il Liceo “G. Veronese” di Verona, il Liceo “Celio Roccati” di Rovigo, i Licei “P. Lioy” e “A. Pigafetta” di Vicenza, l’Istituto “U. Masotto” di Noventa Vicentina e il Liceo “E. Fermi” di Padova. Le serate, tutte a ingresso libero, prevedono ciascuna due spettacoli, uno alle 20.30 e un altro alle 21.45. Martedì 9 ottobre si inizia con due lavori “made in Verona”, entrambi scritti e diretti da Alessandro Anderloni: “La responsabilità” (regia a quattro mani con Marco Pomari) per il “Marco Polo” e “L’osteria del tempo fermo”, liberamente ispirato a “L’osteria di confine” di Mario Rigoni Stern, per il “Messedaglia”. Mercoledì 10 il “Celio Roccati” di Rovigo proporrà “Processo a Gesù” di Diego Fabbri, regia di Geremia Cocozza e Stefania Zerbinati; il “G. Veronese”, invece, “L’interminabile breve sogno d’una notte d’estate”, adattamento e regia di Monica Provolo. Martedì 16 il “Lioy” di Vicenza in “Baruch Hashem”, scritto e diretto da Anna Zago, e il “Fermi” di Padova ne “La bisbetica domata” di Shakespeare, adattato da Francesca Siviero. Mercoledì 17, ultima giornata di gara, apertura con il “Masotto” di Noventa Vicentina in “Con gli occhi degli altri”, diretto da Antongiulio Barbujani, e, a seguire, il “Pigafetta” di Vicenza in un adattamento del “Don Giovanni” di Molière, curato da Stefania Lievore e Gianmaria Sberze. Giovedì 18 ottobre alle 21, sempre al Farinelli, premiazione dei vincitori ed esibizione del laboratorio vincitore nel 2017: quello dell’Itis “A. Rossi” di Vicenza in “Taboo – Giochi di ruolo e di potere”, liberamente tratto da “Le serve” di Jean Genet. “È sempre un’emozione speciale – commenta Mauro Dalla Villa, presidente di Fita Veneto – presentare questo concorso, che mette in luce il lavoro fatto dai giovani e, soprattutto, sottolinea quanto il teatro possa significare per la loro formazione e la loro crescita personale”.
Una scena dello spettacolo vincitore nel 2017: una rivisitazione del “Sogno” shakespeariano firmato dall’Itis Rossi di Vicenza
Ci sarà anche il presidente Carmelo Pace, in rappresentanza della Federazione Italiana Teatro Amatori, tra i giurati chiamati a scegliere i vincitori del Dance Opportunities Contest, uno degli eventi che animano, fra sabato 20 e domenica 21 ottobre all’Auditorium SGM di Roma, il ricco cartellone del FestivalDanza, patrocinato da Regione Lazio, Csain e Consiglio Internazionale della Danza, in partenariato con l’Associazione Nazionale Maestri di Ballo. Domenica 21, infatti, l’Auditorium SGM si trasformerà in uno studio televisivo per accogliere i ballerini del contest “Dance is My Life”, nuovo format tv dedicato alla danza, che andrà in onda su Canale Italia. All’appuntamento si può partecipare gratuitamente come pubblico, accreditandosi dal sito www.stefanofrancia.com. Una doppia giuria – tecnica e artistica – sceglierà i migliori danzatori delle diverse categorie, che avranno l’occasione di poter essere scritturati professionalmente. Il festival si articola tra momenti di formazione, intrattenimento ed esibizioni. Tra gli appuntamenti, la presentazione, sabato 20 alle 17 in prima italiana, del live-documentary dedicato a Michael Jackson “Dancing with The King” di LaVelle Smith Jr, coreografo di pop star internazionali come lo stesso Jackson e Beyoncé e vincitore di 5 MTV Dance Video Award. Sempre sabato, in serata, condotta dall’attrice Laura Lattuada, seconda edizione del Dance Award “Stefano Francia”, premio dedicato alla memoria del coreografo, ballerino e insegnante.
Si è svolto al Ridotto del Teatro Savio di Palermo l’Open Day organizzato da Fita Sicilia in collaborazione con Federteatri. L’evento è stato incentrato sulla funzione sociale del teatro e sul connubio teatro/danza. Sul palco si sono alternati gli interventi di Rosaria Vinciguerra, psicologa e docente di teatroterapia; di Marcello Carini, coreografo e presidente della scuola di danza “Ensamble” di Palermo; di Giulio Cusumano, consigliere comunale di Palermo, e naturalmente degli organizzatori Francesco Giacalone, Presidente di Federteatri e Antonella Messina, presidente regionale Fita. I relatori hanno posto l’accento sulle molteplici funzioni del teatro e sulla combinazione di quest’ultimo con la danza, sottolineandone le influenze nello sviluppo di un maggiore senso critico e nella rimozione degli ostacoli fisici e mentali nel rapporto con gli altri. Coinvolgente per i presenti è stato il racconto di quanto l’attività teatrale possa concorrere alla rieducazione all’interno delle carceri, come proficui laboratori svoltisi negli istituti di detenzione di Palermo hanno dimostrato e continuano a dimostrare. Emozionante la performance dei piccoli attori della scuola di recitazione di “Arte a tutto tondo”, un momento di aggregazione e ancora di condivisione con un unico denominatore: Fita, fucina di talenti alla ribalta.
Tutto pronto per la Rassegna di Teatro Dialettale 2018/19 del Teatro Comunale di Teramo che ospita per la prima volta una vera e propria stagione di questo filone teatrale organizzata dal Comitato Regionale F.I.T.A. Abruzzo (Federazione Italiana Teatro Amatori).
Questa nuova offerta di intrattenimento segue la linea già tracciata da ACS la scorsa stagione quando, anche allora per la prima volta, il Comunale inaugurò la stagione di Teatro Ragazzi che immediatamente registrò grande successo di pubblico e di critica, evidenziando una lacuna nell’offerta cittadina. “Sono azioni che ACS programma proprio in un’ottica di apertura del luogo teatrale a differenti gusti e differenti pubblici” spiega la Direttrice Eleonora Coccagna “il teatro è un luogo vivo, in continuo fermento e aperto a tutte le forme di spettacolo, di cui il teatro dialettale è una componente molto vivace, che registra ottimi numeri di pubblico in tanti teatri del territorio abruzzese”.
La FITA, molto attiva su tutto il territorio nazionale, in Abruzzo segue già le rassegne dialettali al Marrucino di Chieti e in tanti altri importanti teatri sempre con un grande seguito e ottimi riscontri. Il Presidente della FITA Abruzzo, Antonio Potere, nonché regista della compagnia teatrale “I Marrucini” di Chieti, e direttore artistico di numerose rassegne regionali, dichiara: “E’ la prima volta che al Teatro Comunale di Teramo si organizza una vera e propria stagione di teatro dialettale, un cartellone di sette spettacoli che accompagneranno il pubblico da novembre a marzo, una grande soddisfazione per la FITA che, sono sicuro, sarà la gioia di tanti appassionati di questa particolare e popolare forma teatrale che tanto successo ha nei teatri di tutta la Regione. Per questa Rassegna mi avvalgo della collaborazione del Comitato Provinciale F.I.T.A. Teramo presieduto da Angelo Del Sordo, nonché regista e attore della Compagnia “I Sestini” di Teramo che reciterà lo spettacolo fuori concorso. La Rassegna è l’occasione per istituire il 1° Trofeo FITA Teramo, una competizione tra le compagnie che si esibiranno, infatti sarà un concorso a premi, che verranno assegnati da due giurie, ovvero dalla giuria tecnica composta da membri competenti in materia con valida esperienze teatrale e dalla giuria degli abbonati che voteranno alla fine di ogni spettacolo compilando un’apposita scheda che riconsegneranno alla fine di ogni spettacolo. La giuria tecnica assegnerà i seguenti premi: il 1° Trofeo F.I.T.A. Teramo che andrà alla Migliore Compagnia, la migliore Regia, la Migliore Attrice Protagonista, il Migliore Attore Protagonista, la Migliore Attrice Non Protagonista, il Migliore Attore Non Protagonista e il Migliore Attore o Attrice Caratterista, mentre la Giuria degli Abbonati aggiudicherà il 1° Trofeo F.I.T.A. Teramo alla migliore compagnia gradita dal pubblico. L’intera Rassegna sarà condotta dalla presentatrice Ambra Porreca, segretario/tesoriere e addetto stampa F.I.T.A Abruzzo, nonché attrice e aiuto regista della compagnia teatrale “I Marrucini” di Chieti”.
Verterà sul senso da dare alle proprie scelte di repertorio il congresso regionale annuale della Federazione Italiana Teatro Amatori del Veneto (Fita), in programma domenica 7 ottobre dalle 9.30 al Teatro dei Filodrammatici di Este (Padova). Aperto al pubblico, a ingresso libero, l’appuntamento sarà l’occasione per una riflessione condivisa sull’offerta artistica di questo diffuso e dinamico mondo di appassionati. Al confronto su “Il teatro amatoriale, fra impegno e leggerezza” sono stati invitati a partecipare, come relatori, Roberto Cuppone, nella sua veste di docente di Storia del Teatro all’Università di Genova, ma molto noto anche come autore, attore e regista; Pino Costalunga, anch’egli artista molto affermato nel panorama veneto e non solo; e il giornalista e critico teatrale Lorenzo Parolin, invitato a portare la sua esperienza di “spettatore esperto”. A coordinare gli interventi sarà Mauro Dalla Villa, presidente di Fita Veneto, che in avvio di congresso presenterà anche la nuova edizione di “Fitainscena”, annuario delle compagnie iscritte alla Federazione a livello regionale: circa 240 compagnie per oltre 4mila soci, che nel solo Veneto propongono qualcosa come 5000 spettacoli all’anno, coinvolgendo oltre 1 milione e 600mila spettatori. “Teatro leggero – commenta Dalla Villa – non deve significare vuoto e banale, né tematiche di spessore o testi dal registro drammatico devono essere visti con apprensione dalle nostre compagnie, perché l’unica cosa dalla quale dobbiamo guardarci a teatro è la noia. Quello che lanciamo in questo congresso, ci tengo a chiarirlo, non è un invito ad abbandonare il teatro brillante per dedicarsi solo all’impegno: vogliamo accendere, invece, una nuova e piena consapevolezza da parte delle compagnie, affinché nelle loro scelte artistiche puntino a qualità e spessore, consci del fatto che anche con una buona commedia si può lasciare qualcosa di più di una risata fine a se stessa e che il teatro vivo è quello che si guarda attorno, che sa fare propri gli stimoli provenienti dalla vita di tutti i giorni”.
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